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mercoledì 29 dicembre 2021

Recensione - "Fermi al semaforo", Erica Iannaccone

 


(trigger warnings: spaccio, droga, violenza sessuale, disturbi dell'umore, autolesionismo, suicidio)

Titolo: "Fermi al semaforo"

Autrice: Erica Iannaccone
Editore: self publishing
Genere: YA, contemporaneo
Pagine: 322

Il mio voto : 3/5✨

Trama:
"Fermi al semaforo" affronta quelle che sono le problematiche vicine, purtroppo, a molti giovani d'oggi: spaccio, droga, violenza sessuale, disturbi dell'umore, autolesionismo, suicidio; tratta dell'accettazione di sè e degli altri, del superamento dello stigma sociale, della necessità di un supporto psicologico, del dolore di una perdita e della sofferenza dei sopravvissuti, della paura di andare avanti (di ripartire con il verde) e del coraggio di chiedere aiuto. Ma è anche una storia di fragilità, di crescita, di amore e di amicizia; un sofferto inno alla vita che continua nonostante le avversità e il dolore.

La ricerca di se stessi in questa storia è declinata attorno a due voci: quella di Federica e quella di Davide.
Federica ha 18 anni, pratica pattinaggio su ghiaccio, ama le lingue straniere, adora i vecchi film, ha un'amorevole famiglia e molti amici, tra questi Davide, il suo migliore amico fin dall'asilo. Quella che sembra essere una vita perfetta, in realtà, non lo è affatto: il 4 dicembre 2018 Davide trova Fede in preda a una grave overdose di eroina. Scopre così l'agghiacciante segreto dell'amica: Federica si droga. Come se non bastasse, un post-it, le numerose cicatrici e la perizia psichiatrica non lasciano alcun dubbio: ha tentato il suicidio. Sopravvissuta a tale gesto, Fede viene ricoverata in una comunità per tossicodipendenti. Il percorso di riabilitazione non sarà facile, basteranno l'aiuto di figure specialistiche, il sostegno di amici leali e l'intreccio di una misteriosa relazione a far scattare il verde?
So che si tratta di un libro degno di nota quando, una volta finito, continuo a pensare alla storia anche dopo giorni.
"Fermi al semaforo" di Erica Iannaccone, un po' per la realtà con cui sono narrati gli eventi, descritti in maniera cruda ma necessaria, un po' per l'attualità dei temi, ricade perfettamente in questa categoria.
Fede e Davide sono amici da sempre, si conoscono sin da bambini e credono di sapere tutto l'una dell'altro. Quando Davide trova l'amica sul divano in preda a un'overdose con una lettera in tasca, tutto sembra portare a un tentato suicidio; le sue certezze si disintegrano.


«E, forse, è proprio quando credi di aver scoperto la persona nella sua interezza e di aver appreso il senso dei suoi comportamenti, che un particolare della sua vita erompe e disallinea ogni tassello. Abbagliato dall'assoluta sicurezza di conoscerla alla perfezione, ho tralasciato o dato poco peso ad avvenimenti che, probabilmente, se colti a tempo debito, avrebbero impedito di ritrovarci qui»

Dimessa dall'ospedale, Fede decide di iniziare un percorso in un centro di recupero. Non sempre sarà facile fare i conti con la verità, ammettere le proprie emozioni e paure, ma, forse, se circondati dalle persone giuste, diventa tutto più semplice. 
Intanto, la vita di Davide scorre a rilento: in preda a un senso di colpa per non essersi reso conto di niente, e di impotenza per riconoscere che, per quanto lui possa star vicino all'amica, è lei che deve voler ricominciare.

«Mi fermai al semaforo. Era rosso. La mia macchina e le altre auto in fila dietro di me ferme, quelle delle corsie perpendicolari alla nostra continuavano a circolare. Stop. Fermo al semaforo rosso riflettei che la vita per noi, me e Fede, era bloccata. Invece, le auto dell'altra corsia andavano avanti come se nulla fosse; per gli altri il mondo continuava a girare, solo noi eravamo fermi. Impotenti e sospesi. fermi ad aspettare che scattasse il verde.»

Dal primo momento in cui mi è stata proposta la collaborazione, ero curiosa di leggere il romanzo: è difficile trattare temi complessi come quelli sopraelencati senza che questi diventino protagonisti della storia, andando a porre in secondo piano tutto il restante. La penna di Erica Iannaccone riesce a parlare in modo reale e crudo dei temi, senza che questi occupino tutta la trama: al contrario, abbiamo relazioni tra personaggi, amicizia, amore, le semplici e piccole cose quotidiane e la vita dal punto di vista di personaggi diversi. 
Infatti, la trama è costruita con una tale bravura da far dimenticare al lettore che 
"Fermi al semaforo" è il suo romanzo d'esordio.
Ho apprezzato la storia, mai scontata ma rimanendo sempre reale; si tratta di un romanzo scorrevole, nonostante le note più pesanti di certi capitoli. Infatti, più volte ho dovuto chiudere il libro e alzarmi, fare altro e distrarmi, per metabolizzare certe scene. Proprio per questo, è un libro che mi sono goduta con calma, prendendomi il tempo necessario per far mie le pagine.
Sono moltissime le citazioni che ho sottolineato, in grado di parlare direttamente al lettore fungendo da utili spunti di riflessione.
Un altro punto di forza del romanzo, come prima ho accennato, è la divisione di quest'ultimo in capitoli con diversi punti di vista in prima persona: è una tecnica di narrazione che apprezzo moltissimo, specialmente in situazioni come questa, dove i personaggi vivono contesti differenti, dunque è un buon metodo per entrare nei loro pensieri e immedesimarsi nella loro quotidianità, riuscendo a comprendere le motivazioni dietro a determinate scelte.
Ciò ci permette di vedere da una parte Davide, la sua routine fatta di scuola, compiti e visite a Fede; dall'altra proprio quest'ultima, e la sua vita nella comunità, la terapia, le nuove amicizie, gli ostacoli e i momenti di difficoltà.

«La verità è che tutti noi scappiamo»

Gli unici fattori che non ho apprezzato come avrei voluto sono lo stile di scrittura e la caratterizzazione dei personaggi.
Ovviamente si tratta di un qualcosa di puramente soggettivo, ma ho trovato lo stile di scrittura acerbo, con continui cambiamenti di registro, a volte estremamente colloquiale, altre fin troppo ricercato. Ciononostante, emergono lo studio e la ricerca che si trovano dietro queste scelte. 
Per quanto riguarda i personaggi, non sono riuscita ad entrare in empatia con nessuno di loro, nonostante sarebbe dovuto risultare semplice soprattutto dopo aver letto dei loro punti di vista. Sfortunatamente, li ho trovati uguali, o meglio, avrei preferito fossero maggiormente caratterizzati in modo da riuscire a distinguerli in automatico, senza dover leggere il nome accanto alle virgolette del dialogo. 

«Siamo prigionieri dei legami che instauriamo con gli altri, ma le catene che non ci permettono di muoverci liberamente e indistintamente o di allontanarci o addirittura di scappare, sono le stese che ci tengono uniti, che ci danno forza, che non ci fanno smarrire, che ci tengono ancorati l'uno all'altro.
L'amore è una prigione, ma vi assicuro che è la detenzione più bella del mondo.»

In conclusione, "Fermi al semaforo" è una lettura scorrevole, piacevole e necessaria, che tratta di temi importanti e da non sottovalutare.
La consiglio a tutti, ma prima leggete con attenzione i trigger warnings (li trovate all'inizio della recensione)!


Approfitto di questo spazio per ringraziare nuovamente l'autrice per la collaborazione e la disponibilità! 😊

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